Il
progetto di identificare la mesoterapia con la
intradermoterapia (I.D. thérapie) è stato iniziato ufficialmente da Corbel
alla fine degli anni '80. Adottata in anni successivi anche da
Maggiori, allora presidente della Società Italiana di Mesoterapia, che la
chiamò Intradermoterapia distrettuale, provocò il
dissenso di Pistor come già era avvenuto nei riguardi di Corbel
(vedi figure sotto). Oltre che riduttiva, la proposta è un nonsense, in quanto
sin dalla sua
nascita la mesoterapia ha inglobato tra le sue tecniche la
stimolazione epidermica (o intraepidermica, se preferiamo la
definizione di Perrin)
con il multipuntore (nel disegno a sinistra), una
stimolazione che nel giro di pochi anni si è trasformata nel metodo goutelette
á goutelette insegnato da
Dalloz-Bourguignon a migliaia di allievi, e poi ribattezzato e codificato come
nappage dal suo allievo Ravily. Qui sotto le copertine dei
"libri dello "scisma intradermico" di Corbel.
Chiamare intradermoterapia la mesoterapia è un impoverimento semantico e
tecnico, e il riportare tra parentesi il nome (mésothérapie o
mesoterapia) o come sottotitolo "la mesoterapia in Italia" una contraddizione, come
se alcuni cardiologi scrivessero:
"Scienza della pompa muscolare al centro del petto
(cardiologia)".
Si deve infine notare che, a parte la mesoterapia
intraepidermica di Perrin, qualsiasi puntura (dal prick-test al
cateterismo venoso) comporta la
penetrazione e la stimolazione dell'epidermide, primo strato della
cute, che peraltro è incapace di accogliere le iniezioni di farmaci,
pur essendo in grado di assorbirli. Il ripetuto
abuso di posizione dominante di BigPharma ci consiglia
caldamente di non attribuire al farmaco iniettato tutti il meriti
dell'efficacia della mesoterapia, ma di dare il giusto peso anche
agli altri suoi fattori terapeutici.
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Censimento dei Mesoterapisti Italiani
Biblioteca della Scuola Italiana di Mesoterapia
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